Capo Vaticano

Calabria

Il roccioso promontorio di Capo Vaticano si trova nel comune di Ricadi (VV) a sud-ovest da Vibo Valentia, vicino a Tropea, nota località turistica nel Tirreno. E' situato a 284 metri sul versante occidentale del monte Poro, formando lo spartiacque naturale tra i golfi di Gioia e di Sant'Eufemia.

Una leggenda vuole che nell'antichità vi fosse un oracolo che sostava sul promontorio al quale i naviganti del luogo si rivolgevano prima di affrontare il mare, visitandolo nella grotta dove dimorava, che si trova sotto lo scoglio che prese il suo nome: Mantineo (in greco manteuo) che vuol dire "comunicare la volontà divina".

Il Capo ancora oggi si presenta come una località ancora incontaminata che vanta straordinarie bellezze: strapiombi con panorami mozzafiato, possenti rocce scolpite dal vento e dal mare, isolate spiaggette con tante piccole baie (alcune raggiungibili solo dal mare o attraverso impervi sentieri), il tutto circondato oltre che dal cielo e dal mare limpido, anche da una flora e fauna mediterranea ricca ed incontaminata, che in primavera diventa un immenso giardino fiorito dai mille colori e dai mille profumi.

Il mare che circonda il Capo Vaticano è il luogo ideale per le immersioni subacquee, dove si possono scoprire i ricchi fondali abitati dalla popolazione ittica più numerosa e variegata d'Italia, tutto grazie ad un gioco di correnti provenienti dai due golfi di Sant'Eufemia da nord e di Gioia da sud. Non dimentichiamo i tramonti sulle vicine isole Eolie: difficile descriverli con le parole...bisogna viverli di persona.

A poche decine di metri dal faro, situato sulle superbe rupi strapiombanti del Capo, scelse di vivere lo scrittore Giuseppe Berto, che qui scrisse "Il male oscuro" e qui riposa, per espressa sua volontà. Giuseppe Berto rimase colpito dal fascino selvaggio di questi luoghi, quando giunse qui nella metà degli anni cinquanta come giornalista in cerca di spunti e che qui trovò ispirazione per alcuni dei suoi romanzi, a tal punto che qui decise di vivere per sempre. Ecco come Giuseppe Berto descrisse Capo Vaticano: "Appena la vidi seppi che quella terra, dalla quale si scorgevano magiche isole, era la mia seconda terra, e qui son venuto a vivere. Sto su un promontorio alto sul mare, è un panorama stupendo. E quando il giorno, dalla punta del mio promontorio, guardo gli scogli e le spiaggette cento metri sotto il mare limpidissimo che si fa subito blu profondo, so di trovarmi in uno dei luoghi più belli della terra".

In soli sette chilometri di acque limpidissime che si tingono di tutte le gradazioni di colori che vanno dal turchese, al blu profondo e all'azzurro, si susseguono panorami di una bellezza di indescrivibile fascino.
E' un susseguirsi di calette dai fondali sabbiosi e cristallini, ritagliati tra speroni rocciosi, lisce scogliere di tufo e rupi appuntite di granito a picco sul mare, con gole e grotte raggiungibili solo con le barche di esperti pescatori.
Le rocce sono intervallate da spiagge bianchissime (alcune raggiungibili solo attraverso impervi sentieri), esaltate dal contrasto con l'azzurro del mare e il verde intenso della macchia mediterranea, ricca di ginestre, euforbie, fichi d'india, mirti, eriche e rarissime palme nane.

Il panorama è racchiuso da vertiginose scogliere che si immergono in un mare dai fondali rocciosi colorati e ricchi di fauna ittica, nelle cui acque si rispecchiano gli intensi colori delle pendici del promontorio, punteggiato da ulivi millenari (forse i più noti d'Italia), querce, sugheri, pini marittimi, fichi e antichi vigneti.
Qui infatti troviamo i vigneti posti su terrazzi di terra, strappati alla roccia dai contadini attraverso muri di pietra posti a secco che scendono dolcemente sul mare.

Nei profondi valloni cresce ancora la grande felce preistorica, che rende il paesaggio quasi giurassico. Le capre si arrampicano sui pendii rocciosi del promontorio in cerca di erbe profumate, i falchi pellegrini volteggiano indisturbati.

E' un entroterra ricco di tradizioni e di cultura in cui ancora oggi sono vive molte attività artigianali legate al legno, alla ceramica, e specialità gastronomiche come la famosa 'Nduja, la cipolla rossa di Tropea e la lattuga gigante. E' un angolo di Mediterraneo tutto da scoprire."Bisogna vedere una volta questo spettacolo sconosciuto nei nostri mari selvaggi, foschi e brumosi" così scrisse François Lenormant.

Foto a 360°: http://www.tropea.biz/_spiaggetour/spiaggetour_fp.htm

Sito web: www.tropea.biz

[ Autore: Salvatore Tripaldi ] Pubblicato: 02/04/2005 Letto: 6664 volte