Itinerario Storico - Culturale Locri , Gerace e Mammola

Calabria

Dalla SS Jonica 106-E90 si giunge a Locri antica città, fondata dai Greci sette secoli prima di Cristo, ricordata come patria di Zaleuco, Nosside, Timeo. Tutto intorno al suo territorio sono disseminate piccole e grandi aree archeologiche. Da visitare il Tempio ionico di Marasà, il Teatro greco-romano, la Necropoli, Antiquarium e il Museo privato Casa Scaglione.
La città di Locri Epizefiri è stata fondata da coloni provenienti dalla Grecia centrale, intorno al '700 a.C., presso il Capo Zefirio (attuale Capo Bruzzano); per le sue peculiarità è stata una delle principali città (polis) della Magna Grecia. Ancora oggi, la città si distingue per l'abbondanza di fonti documentali e di ritrovamenti archeologici, nonché per l'attività legislativa di Zaleuco, autore del codice più antico del mondo greco, espressione di una struttura sociale di impronta rigidamente aristocratica.
All'esterno della cinta muraria, ai margini dell'area urbana, si estendono le necropoli, con un'organizzazione spaziale che evidenzia la chiara separazione tra la "città dei vivi" e la "città dei morti".
Nell'area archeologica, in contrada Marasà, si trovano, la maggior parte dei reperti rinvenuti durante le varie campagne di scavo, i templi, il teatro, le mura, il quartiere degli artigiani (Centocamere) ed il Museo Nazionale di Locri Epizefiri.
Proseguendo lungo il litorale giungendo a Locri si devia sulla Strada Statale 111, si giunge al centro storico di Gerace, posto tra le due vallate dei fiumi Novito e Gerace, cittadina di grande interesse per il suo patrimonio artistico: la maggiore attrattiva è la grandiosa Cattedrale normanna; altri edifici sacri meritevoli di una visita sono la Chiesa bizantina di San Giovannello, la medievale Chiesa di San Francesco con i resti del convento e il Castello del XII secolo, i palazzi nobiliari e le porte d'accesso.
L'antichissimo centro bizantino - normanno è un modello dell'architettura urbana calabrese con il suo notevole patrimonio artistico conservato all'interno della sua Cattedrale, oltre che in tutte le chiesette del paese. Nella parte alta, si trova l'imponente Castello, oramai ridotto allo stato di rudere. La struttura urbana, tipicamente medievale.
Monumenti: Il Castello (periodo bizantino). Le porte in tutto la città di Gerace contava ben dodici porte di cui otto non esistono più e di qualcuna di esse è difficile indicare oggi il preciso sito, quattro esistono tuttora e sono: la porta maggiore, la porta del sole, la porta di S. Lucia e la porta dei vescovi; Le Porte urbiche aprentesi direttamente nelle mura erano: la Porta del Còfino, la Porta del Ponte, la Porta Maggiore o del Borghetto, la Portella o Porta della Piana, la Porta di Santa Barbara, la Porta della Siderìa. Monumento ai Cinque Martiri (eretto nel 1931, ricorda i martiri fucilati nel 1847 dai soldati borbonici). Monumento ai caduti della guerra del 1915/18 (posto sul piazzale intitolato ai cavalieri di Vittorio Veneto di fronte ai ruderi dell'antico castello).
Chiese: La Cattedrale, Chiesa di San Francesco d'Assisi, Chiesa San Giovannello, Chiesa Sacro Cuore, Chiesa di San Giorgio, Chiesa dell'Annunziatella, Chiesa dell'Addolorata, Chiesa di S. Anna, Chiesa di Santa Caterina, Chiesa di Santa Maria del Mastro, Chiesa del Carmine e di Monserrato, Chiesa di San Giovanni Battista, Chiesa dei Cappuccini, Chiesa della Madonna di Prestarono.
Dopo la visita di Gerace si ritorna a Locri per prendere la SS Jonica 106-E90 direzione Catanzaro, dopo aver attraversato Siderno si imbocca la S.G.C. Jonio-Tirreno (Gioiosa-Rosarno) per visitare Mammola, centro d'arte, turistico e gastronomico, ricco di storia e tradizioni, che conserva l'impianto medievale sulla quale sono leggibili gli interventi successivi nei quali si inseriscono alcuni manufatti sei-settecenteschi notevoli di memoria. Molti degli edifici conservano le parti antiche e l'apparato decorativo sei-settecentesco. Da vedere la Chiesa di San Filippo Neri, il Palazzo Del Pozzo, il Palazzo del Baglio (XVI sec.), la Chiesa del Carmine, la Chiesa dell'Annunziata, Casa Ruso, Casa Tarantino, Palazzo Florimo (XVII), Palazzo Spina, la Fontana della Pace, la Chiesa Matrice dove si trovano le reliquie di San Nicodemo, Palazzo Ferrari (XVIII), la Grangia Basiliana di San Biagio, il Santuario di San Nicodemo alla Limina del sec.X e il rinomato Parco Museo Santa Barbara, meta tutto l'anno di centinaia di artisti e migliaia di turisti di tutte le parti del mondo.


Scheda del PARCO MUSEO SANTA BARBARA

MuSaBA di Nick Spatari

MuSaBa (Museo Santa Barbara) è un Parco Museo laboratorio posto nel cuore della Locride, è situato nella Vallata del Torbido a sud est del centro abitato di Mammola. Percorrendo la superstrada Ionio-Tirreno non si può restare non attratti dalle mura dell' antico complesso monastico luogo che ospita la sede della "Santa Barbara Art Foundation" e dalle opere esposte nel parco.
La "struttura museale" nasce dalla volontà e dall'estro creativo di Nik Spatari e Hiske Maas, che dal 1969, insieme ad artisti, architetti, ambientalisti, archeologi, hanno lavorato per sviluppare un museo laboratorio d'arte contemporanea dove le persone di tutte le età possono imparare l'arte attraverso la pratica. Nel 1986 viene istituita la fondazione che gestisce MuSaBa, ente morale internazionale no profit che ha come finalità la creazione, la tutela, la gestione, la conservazione, la diffusione e la valorizzazione del patrimonio artistico, architettonico, ambientale, archeologico, paesistico e botanico.
MuSaBa copre una superficie di 7 ettari di terreno protetto, di cui parte si trova in prossimità all'alveo del torrente Torbido, sul fianco delle colline che costeggiano l'argine sinistro e la sponda destra della fiumara Neblà. All'interno del parco museo laboratorio troviamo l'ex complesso monastico certosino, l'ex stazione ferroviaria Calabro-Lucana, opere di scultura-struttura ambientale nei Giardini Mediterranei d'Arte, una collezione di opere d'arte visive e la multimediale-biblio-video-fototeca.
MuSaBa è un opera in progress, coinvolge parti estese del territorio, si articola in molteplici interventi in un insieme di architettura, scultura, opere d'arte visive, giardini-mediterranei, fiumare e verde. Ciò che va colto in questo insediamento è la ricchezza e la peculiarità della progettazione architettonica, del verde dei percorsi, dell'assetto funzionale del disegno complessivo ancor prima del contenuto artistico dei singoli pezzi. È in corso un progetto arte-ambiente che consiste nel restauro e nel recupero funzionale dell'antico complesso monastico per attrezzarlo con strutture per la promozione di attività culturali, aree di laboratorio artistico, servizio di accoglienza, spazi museali, servizio editoriale e archivio multimediale.
Il cuore di MuSaBa è il museo-laboratorio collocato in un edificio multiforme ricavato dai resti dell'antica "grangia" monastica è l'antico complesso (la prima chiesa fu costruita tra il 300 e il 450, ricostruita nei secoli successivi, l'ultima ristrutturazione architettonica risale al 1300 per opera dei Certosini ) con necropoli risalente al XI - VII a.C. e un insediamento protostorico che vi sovrappone tra il V e il IV secolo a.C. Tra le antiche mura del complesso monastico trova spazio "Il sogno di Giacobbe" uno straordinario dipinto tridimensionale di 240 metri quadrati che copre tutto lo spazio della volta e dell'abside della cappella antica dell'abbazia di Santa Barbara. L'opera, realizzata da Spatari "spirito creativo inquieto e eretico" tra il 1991 ed il 1995 , racconta l'epopea di Giacobbe, prescelto da Dio per far grande Israele e portare il suo nome, attraverso il figlio Giuseppe fino in Egitto. Ma allo stesso tempo racconta la vita, con le sconfitte e le vittorie, i dolori e gli amori, di un uomo messo alla prova. Analogia con la vita dell'autore che qui racconta il suo essere uomo prescelto, tra mille difficoltà, a dar testimonianza attraverso la sua arte del Mistero di Dio.
L'area sottostante l'acrocoro del museo-laboratorio è attrezzata a zona residenziale con la foresteria, annesso laboratorio d'arte, uffici e teche. Visitando MuSaBa non è difficile incontrare giovani artisti provenienti da tutto il mondo che vengono qui a trascorrere qualche giorno per stage, incontri studio o per vivere intense emozioni d'arte.
Arte, ambiente, archeologia si fondono creando una grande bottega rinascimentale a cielo aperto dove costruire e fare arte. Gli artisti sono invitati ad individuare un sito all'interno del parco, quindi a progettare una scultura-struttura da realizzare con il materiale "povero" che offre il luogo.
All'interno del parco sono presenti circa 39 opere di artisti contemporanei.
La maggior parte delle opere sono state concepite sul luogo in stretto dialogo con l'ambiente, segnato dai sassi aridi del torrente ma anche dalla vegetazione lussureggiante, dalle preesistenze storiche e dai contenuti culturali.
Le sculture poste all'aperto interagiscono con il giardino mediterraneo passando da elementi di arredo a soggetti autonomi che determinano una nuova percezione dello spazio. Il luogo diventa spazio di integrazione tra natura e cultura, tra arte contemporanea ed ambiente, tra antico e moderno.
I primi artisti a realizzare opere sul posto "scultura ambientale" sono il brasiliano Delima Medeiros, il taiwanese Hsiao e il milanese Gentile.
Lo stesso Spatari realizza opere monumentali come la scultura Uomo-Donna, la grande Stella di David progettata dall'artista Hsiao Chin in calcestruzzo dipinto. Opera monumentale è l' Onda realizzata in calcestruzzo e marmo dal giapponese Motoaki Ozumi, coadiuvato da Spatari; Vegetazione extraterrestre è l'opera di Bruno Conte realizzata in calcestruzzo, ceramica, e pietra; Alfredo Pizzo Greco è l'autore della struttura-scultura monumentale in calcestruzzo, pittura e legno denominata Hiroshima. All'estremità sud-orientale dell'acrocoro si trova una grande scultura in calcestruzzo dipinto, divenuta simbolo del parco-museo, che esprime il Concetto Universale di Nik Spatari. Altre testimonianze del rapporto arte-ambiente sono le opere di Italo Scagna americano di San Diego, di Barbara Quinn da New York e Peter Fend. L'opera Maschere è dello svizzero Bruno Setter, mentre il mosaico pavimentale Passo di Danza è dell'olandese Petra Rhijnsburger. L'idea di Parco Arte trova concretezza nell'opera in pietra Il Camaleonte di Spatari e la fontana in calcestruzzo Donna Fontana dell'artista Stewin Kerwin, così come nella Madre Terra dello scultore canadese Albert Coluccio. Sempre di Nik Spatari è L'Angelo realizzato in calcestruzzo dipinto, specchi e mosaico, come la grande scultura in pietra e legno di ulivo Punk, la Lucertola costruita con l'aiuto di un gruppo di ragazzi scozzesi inviati dalla Fondazione Prince Charles e il Grande Uccello in calcestruzzo dipinto e bottiglia di vetro. Dell'artista austriaco Karl Heink Steck è l'opera Lancia in ferro, cemento, legno, pittura e fogli d'oro; della tedesca Cristina Brandi è la struttura denominata Il Tempo.
È un museo "en plein air" dunque speciale perché non si entra in un luogo di arte e di cultura al chiuso, come è abitudine per il visitatore di musei, ma si passeggia nel verde, su una collina, e camminando si incontrano sculture moderne e contemporanee.
Un tour lungo il Parco d'Arte Mediterraneo attraverso numerose opere, uniche nel loro genere. Con la possibilità di richiedere lezioni tenute personalmente dall'artista Nik Spatari sulle sue opere e i suoi studi cromatici, oppure farVi illustrare il suo capolavoro letterario "L'enigma delle arti asittite nella Calabria ultramediterranea": un volume con oltre 1000 immagini nel quale Spatari traccia, attraverso le sue illustrazioni, la storia artistica del territorio calabrese.
Indirizzo:
Viale Santa Barbara 89045 Mammola
Telefono - fax 0964 4141220
www.musaba.org
e-mail: info@musaba.org
Ingresso:
I visitatori sono tenuti al pagamento di un contributo per le finalità della Fondazione.
Orario d'apertura:
Novembre-marzo dalle ore 9:00 alle 13:00
Aprile-ottobre dalle ore 9:00 alle 18:00
15 luglio-15 settembre dalle 9:00 alle 21:00
Servizi
Biblioteca multimediale. Visite guidate, lezioni, aperitivi, brunch o pranzo per gruppi (minimo 20 persone) su prenotazione. Stage e work camp per giovani.

Come si arriva a Mammola
Strade: - A3 SA-RC uscita Rosario, Strada Grande Comunicazione Jonio-Tirreno (Rosarno-Gioiosa)
uscita Mammola;
 - dalla SS Jonica 106 (E90), S.G.C. Jonio-Tirreno uscita Mammola.
Treni: - FS a lunga percorrenza Stazioni di Rosarno e Gioia Tauro (sul Tirreno);
 - Stazione di Marina di Gioiosa Ionica (sullo Ionio).
Autobus: da Reggio Calabria, Rosarno, Gioia Tauro, Marina di Gioiosa Ionica, Siderno, Locri.
Aeroporto: di Reggio Calabria e Lamezia Terme.

A cura di:
- Regione Calabria - Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Ministero dell'Economia e delle Finanze.
- Progetto: SENSI CONTEMPORANEI
- ITINERARIO TURISTICO-CULTURALE IN CALABRIA

Pubblicato: 18/07/2007 Letto: 8587 volte